La vita che cambia

Sono trascorsi 17 mesi da quel tragico 12 marzo.
In questo periodo ho affrontato il dolore  scrivendo tante lettere alla mia bambina, un modo per fronteggiare la tempesta che si è abbattuta improvvisamente su di me e sulla mia famiglia e allontanare l’angoscia che mi ha colto dopo la sua morte.
Sono colloqui intimi di un padre che ha un grande rammarico: quello di non aver saputo vivere, come avrebbe dovuto, compiutamente i 18 anni di Livia al suo fianco.
Quella che ho deciso di pubblicare è una riflessione che dedico a tutti i genitori, nella speranza che sappiano farne buon uso in attesa che il grande mistero della vita possa rivelarci quale sarà il nostro destino.
Angelo Morello

 

Il tempo che non torna

Ogni tanto mi chiedo il senso di tutto quello che è successo.
Tua figlia si alza dal letto, va in bagno e ti crolla tra le braccia.
Lo sguardo di tua moglie che ti interroga,  
l’incapacità di trovare una risposta.
L’affannosa corsa in ospedale,
 il lungo silenzio tra pietose bugie e rivoli di speranza
Poi la verità, la cruda e nuda verità
E’ tutta nel pianto disperato di un amico
Tua figlia adesso è lì immobile. Ti avvicini, speri in un segnale di vita.
La abbracci, la baci ma senti che ti sfugge.
La sua vita si allontana, il calore si attenua ,
le tue speranze finiscono lì, davanti alla barella,all’ultimo giaciglio.
La tua mente è già un tumulto di ricordi.
Tutti vissuti in un tempo breve.
Perché 18 anni sono nulla.
Hai la sensazione che il tempo ti sia mancato.
Il tempo sì. Il tempo.
Il tempo di pensare,
Il tempo di capire,
Il tempo di condividere
Il tempo di dissentire,
Il  tempo di consigliare
Il tempo di sostenere,
Il tempo di suggerire,
Il tempo di partecipare,
Il tempo di ascoltare
il tempo di giocare,
il tempo di abbracciare,
il tempo di baciare,
il tempo di amare.
Eppure il tempo era lì, a tua disposizione.
Dovevi viverlo e basta.
Adesso ti accorgi che il tempo non fa concessioni.
Soprattutto, quel tempo, non torna più.

Palermo, 24 giugno 2011